L’imprenditore deve ricercare con continuità il confronto con l’esterno, con chi ha saputo proporre soluzioni creative a problemi emergenti, con chi ha messo a punto servizi, strutture e meccanismi innovativi. Confrontarsi amplia le opportunità di crescita perché permette di visualizzare un più alto livello di operatività già realizzato e, dunque , anche migliorabile.
La MISSION del Cosvim Group è quella di:
Sostenere il tentativo imprenditoriale di ciascuno;
Ci rivolgiamo alle piccole e medie imprese per aiutarle a fare meglio ciò che hanno sempre fatto;
Non ci sostituiamo all’imprenditore, ma intendiamo comunicargli un metodo di controllo e di valutazione che gli permetta di decidere;
Il nostro scopo è introdurre l’imprenditore alla conoscenza dei dati della realtà e al realismo nelle scelte;
L’imprenditore ha bisogno di una risposta integrata: lavoriamo in team perché il lavoro di ciascuno si potenzia nel rapporto con un altro.
Il Cosvim Group è composto dal “Cosvim – Consorzio Sviluppo impresa” e dal “Cosvim Advice srl”. Le due realtà costituiscono oggi il Cosvim Group che gestisce rispettivamente due principali aree di attività: la concessione delle garanzie consortili per l’accesso al credito bancario convenzionato e la consulenza aziendale per la gestione, il controllo e la pianificazione finanziaria ed economica delle PMI.
Il “Cosvim – Consorzio Sviluppo Impresa” (brevemente: Cosvim Confidi), nasce nel 1994 su iniziativa di un gruppo di imprenditori, senza alcun sostegno e forme di partecipazione di carattere pubblico. Fin da subito dal confronto quotidiano con le necessità espresse dagli imprenditori è emersa l’esigenza delle PMI di relazionarsi con un Confidi altamente professionale e che le sostenesse nella gestione finanziaria e nel dialogo con le banche.
Il Cosvim Confidi svolge attività di:
Cosvim Advice è la società di consulenza del COSVIM GROUP che nasce con il preciso scopo di affiancare l’imprenditore nel processo di governo e sviluppo del sistema aziendale.
La nostra assistenza :
– è calibrata per ogni singola realtà aziendale;
– non prescinde da un esame preliminare dell’azienda cliente;
– crea per l’imprenditore una maggiore consapevolezza della situazione e delle dinamiche gestionali per meglio delineare le strategie di sviluppo della propria attività.
Per migliorare qualitativamente un’azienda occorre:
Per migliorare l’aspetto quantitativo di un’azienda occorre analizzare i principali indici di equilibrio aziendale. Questi indici permettono di dare un giudizio sul solvibilità aziendale, in particolare:
Per migliorare l’aspetto andamentale dell’azienda occorre prestare attenzione alla movimentazione dei conti, l’effettivo utilizzo dei prestiti passati, eventuali insoluti, scoperti o segnalazione in Centrale Rischi. Le regole da seguire per avere un rating positivo sono:
In conformità agli accordi di “Basilea 1, 2 e 3”, le banche devono calcolare, secondo le indicazioni recepite dalla Banca d’Italia, per ogni impresa la probabilità che diventi insolvente. Sulla base di questo calcolo probabilistico, la banca attribuisce un rating, una valutazione necessaria ai fini della concessione del credito, che indica alla banca:
Ad oggi non esiste un sistema di valutazione unico, il rating aziendale, infatti, potrebbe variare in funzione dell’istituto di credito. Il giudizio sul grado di solvibilità di un’impresa è espresso sulla base di tre aspetti diversi:
L’importo erogato viene accreditato sul c/c del cliente da parte della banca mentre l’importo garantito è la percentuale dell’importo erogato garantito dal Confidi (di norma tra il 20-50% e comunque non superiore all’80% delle somme).
Gestire l’impresa in un’ottica non solo di risparmio e contenimento dei costi, ma soprattutto, di crescita implica una conoscenza approfondita della dinamica economica dell’azienda, possibile solo attraverso un attento processo analitico, detto Programmazione e controllo di gestione.
Il Controllo di gestione è quindi un sistema di strumenti, procedure e azioni la cui adozione deve consentire di conseguire, con la massima efficacia, efficienza ed economicità possibile, i propri obiettivi operativi che esplicitano e concretizzano le linee programmatiche dell’azienda.
Il nostro intervento, adeguato alle esigenze di ogni azienda, sarà finalizzato all’analisi di tutti i dati dell’impresa necessari al miglioramento della redditività allo scopo di ottenere le indicazioni tali da consentire all’imprenditore di ottimizzare la gestione produttiva, commerciale, economica, finanziaria e patrimoniale dell’impresa.
Il principio dell’operazione di leasing è l’affitto. Il leasing è l’alternativa all’acquisto e si presta particolarmente per impianti che non vengono utilizzati permanentemente, ma solo per un determinato periodo o per uno specifico progetto. Il termine tecnico è in questo caso leasing classico. Alla fine del periodo di locazione il bene oggetto del leasing viene restituito, oppure si stipula un nuovo contratto leasing per un nuovo bene.
Nel caso del leasing finanziario, invece, il cliente paga alla stipula del contratto un acconto definito, le rate leasing durante l’utilizzo e un riscatto alla fine del contratto. A questo punto il bene in leasing diventa proprietà del cliente.
E’ una forma particolare di mutuo che si distingue soprattutto per la mancanza di “garanzie reali”. A causa del maggiore rischio per il finanziatore è pertanto anche più costoso rispetto a mutui con coperture reali.
Un mutuo ipotecario/fondiario è un mutuo garantito dall’iscrizione di un diritto di pegno su un immobile. Il mutuo fondiario è un finanziamento di durata medio-lunga (superiore ai 18 mesi), il cui rimborso viene garantito dalla concessione di ipoteca, normalmente di 1° grado, su immobili.
Il mutuo ipotecario, invece, è un finanziamento il cui rimborso viene garantito dalla concessione di ipoteca, non necessariamente di 1°grado, su immobili. Se il mutuatario non adempie ai suoi obblighi stabiliti dal contratto di mutuo, il mutuante può coprire il mutuo con l’immobile.
Se sei un privato e hai prestato il consenso al trattamento dei tuoi dati personali, la comunicazione dei tuoi dati in EURISC può avvenire:
Se non hai fornito il consenso al trattamento, i tuoi dati possono essere comunque segnalati in EURISC da parte dell’istituto di credito, quando si verificano ritardi nel rimborso del finanziamento (i cosiddetti “dati negativi”). In particolare: la segnalazione del primo ritardo di pagamento sul rapporto di credito, viene resa visibile sul SIC solo in caso di mancato pagamento per 2 mesi consecutivi (o 2 rate). L’istituto di credito ti invierà, 15 giorni prima dell’invio della segnalazione al SIC, una comunicazione che ti avvisa dell’avvenuto ritardo e del fatto che tale ritardo verrà segnalato nel SIC.
In questo modo hai la possibilità di verificare eventuali disguidi. Saldando tempestivamente i pagamenti eviterai che il ritardo venga segnalato nel SIC ; la segnalazione di ulteriori ritardi (successivi al primo) avviene comunque attraverso gli aggiornamenti mensili inviati dall’istituo di credito. In questo caso la comunicazione da parte del finanziatore potrà essere fatta nell’ambito di comunicazioni periodiche alla clientela, quindi non necessariamente prima che l’informazione sia resa disponibile sul SIC.
Le informazioni, così come segnalate e aggiornate dagli istituti di credito, sono conservate sul SIC di CRIF nel rispetto dei tempi di conservazione stabiliti dal Codice Deontologico di riferimento, e cioè:
TIPOLOGIA DI DATO | TEMPI DI CONSERVAZIONE |
Finanziamento richiesto ed in corso di valutazione | 6 mesi dalla data richiesta |
Richieste di finanziamento rinunciate/rifiutate | 1 mese dalla data di rinuncia/rifiuto |
Finanziamenti rimborsati regolarmente | 36 mesi dalla data di estinzione effettiva del rapporto di credito |
Ritardi relativi a 1 o 2 rate (o mensilità) | 12 mesi dalla comunicazione di regolarizzazione, a condizione che nei 12 mesi i pagamenti siano sempre regolari |
Ritardi relativi a 3 o più rate (o mensilità) | 24 mesi dalla comunicazione di regolarizzazione, a condizione che nei 24 mesi i pagamenti siano sempre regolari |
Finanziamenti non rimborsati (o con gravi morosità) | 36 mesi dalla data di estinzione prevista o dalla data in cui l’istituto di credito ha fornito l’ultimo aggiornamento |
Fondo per la prevenzione del fenomeno dell’usura (art 15 L.108/1996)
Di fronte all’aggravarsi della pericolosità del fenomeno e con l’intento di far emergere dal sommerso il reato di usura, nel 1996 il Parlamento ha approvato – anche con il contributo della Consulta Nazionale Antiusura – la Legge n. 108 che ha meglio definito il reato e sancito ufficialmente l’usura come grave crimine sociale, inasprendo le pene per chi lo commette e prevedendo anche gli aiuti diretti alle vittime.
La L.108/1996 art. 15, prevede che i Confidi e le Fondazioni possono concedere la “garanzia pubblica dello Stato” fino all’80% del finanziamento richiesto dall’azienda. Possono però operare con il “Fondo per la prevenzione del fenomeno dell’usura” solo i Confidi e le Fondazioni che sono stati autorizzati dal Ministero del Tesoro.
Vediamo nel dettaglio cosa deve fare l’impresa se vuole accedere al “Fondo per la prevenzione del fenomeno dell’usura”
Possono beneficiare la garanzia pubblica dello Stato quelle imprese in momentanea difficoltà finanziaria ma con prospettive reddituali positive, alle quali sia stata preventivamente rifiutata da parte della banca un’operazione ( solo finanziamenti con piano di ammortamento massimo a 96 mesi) con “garanzia ordinaria” di un Confidi pari al 50%.
In questo caso se l’azienda ha la copia formale di rifiuto da parte della banca, può con questa copia richiedere l’attivazione del “Fondo per la prevenzione del fenomeno dell’usura” presso i Confidi e le Fondazioni autorizzati dal Ministero del Tesoro e iscritti nell’apposito elenco.
Vedi elenco Confidi e Fondazioni
L’iter è il seguente:
1) l’impresa ha una copia formale di rifiuto da parte della banca in cui si evince che la l’istituto seppur con la “garanzia ordinaria” del 50% da parte di un confidi, ha respinto la richiesta di finanziamento presentata dall’impresa.
2) l’impresa richiede ad un Confidi l’attivazione del “Fondo per la prevenzione del fenomeno dell’usura”.
3) il Confidi valuta la richiesta dell’azienda e decidere se concedere oppure no il “Fondo per la prevenzione del fenomeno dell’usura” che consiste nella “garanzia pubblica dello Stato” pari all’80% del finanziamento richiesto. A questa % di “garanzia dello Stato” si deve comunque aggiungere la “garanzia ordinaria” del confidi che al massimo può essere il 20% del finanziamento richiesto.
Riassumendo con l’intervento del “Fondo per la prevenzione del fenomeno dell’usura” la banca rischia una piccola percentuale o addirittura nulla se la “garanzia ordinaria” del confidi è pari al 20%.
Se vuoi saperne di più contattati
SACE Fct è la società di factoring costituita da SACE nel 2009 per rispondere alle esigenze di sostegno alla liquidità e rafforzamento della gestione dei flussi di cassa delle imprese italiane. Iscritta all’elenco generale degli Intermediari Finanziari (ex art. 107), SACE Fct offre un’ampia gamma di servizi per lo smobilizzo dei crediti, dedicati ai fornitori della Pubblica Amministrazione, dei grandi gruppi industriali italiani e alle imprese esportatrici.
SACE Fct è interamente controllata da SACE.
Per saperne di più è possibile visitare il sito internet www.sace-fct.it
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In termini di benefici alle imprese si traduce in facilitazione e maggiore tempestività nell’ accesso e nella erogazione del credito in quanto è il “ Confidi Rating” che certifica il merito creditizio dell’impresa. Il successivo passaggio al Comitato di Gestione del Fondo Centrale diventa così un atto solo formale con una tempistica molto ridotta.
E’ una modalità semplificata attraverso la quale la Commissione Europea autorizza l’istituzione da parte degli Stati Membri di alcuni tipi di regimi di aiuto per le imprese. Gli aiuti “de minimis” concessi alla medesima impresa, sommati fra di loro, non devono superare il limite massimo di 200.000,00 euro in tre anni, ad eccezione delle imprese che operano nel settore dei trasporti su strada per conto di terzi, che possono ricevere al massimo 100.000,00 euro.
Il Fondo è alimentato da risorse messe a disposizione dal bilancio regionale, dalle disponibilità di Province e CCIAA della Regione e dalle eventuali disponibilità dei Comuni ed è rivolto esclusivamente alle PMI ubicate nella regione Marche.